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SMA, in Giappone un nuovo sistema per lo screening neonatale

SMA, in Giappone un nuovo sistema per lo screening neonatale

Nello studio pilota il metodo è stato testato su 4.157 neonati, mostrando una sensibilità e una specificità del 100%

Kobe (GIAPPONE) – L’atrofia muscolare spinale (SMA) è considerata la principale causa genetica di morte infantile: con un’incidenza riportata di circa 1 caso su 6.000-10.000 nati vivi, è il secondo disturbo autosomico recessivo fatale più comune dopo la fibrosi cistica.  Questa malattia neuromuscolare, causata dalla delezione del gene SMN1, è caratterizzata dalla degenerazione dei motoneuroni nel midollo spinale, che si traduce in una progressiva debolezza e atrofia muscolare. I pazienti con SMA di tipo 1, il fenotipo più grave, sviluppano sintomi nei primi 6 mesi dopo la nascita, non raggiungono mai la tappa dello sviluppo motorio dello stare seduti in modo autonomo e hanno un’aspettativa di vita inferiore a due anni se non ricevono un supporto respiratorio.

Fino a pochi anni fa, la SMA era considerata una malattia incurabile. Oggi, invece, la somministrazione intratecale di un oligonucleotide antisenso, il nusinersen, ha dimostrato di migliorare le condizioni cliniche dei bambini affetti. Il farmaco agisce modificando lo splicing del gene SMN2 e aumentando quindi la produzione di una proteina SMN funzionale, a lunghezza intera. Il trattamento con nusinersen sembra determinare un risultato clinico migliore quando viene iniziato nella prima infanzia: la diagnosi precoce e l’inizio del trattamento, idealmente prima dello sviluppo di sintomi evidenti, sono importanti per una risposta ottimale al farmaco.

Tuttavia, senza lo screening neonatale per la SMA, il trattamento potrebbe iniziare solo quando un numero significativo di motoneuroni è già stato perso. L’implementazione di programmi di questo tipo consentirebbe in molti casi la diagnosi presintomatica della malattia e l’inizio precoce del trattamento, con la possibilità del massimo beneficio terapeutico. Esiste quindi una forte giustificazione per lo screening neonatale.

Va in questa direzione il brevetto depositato recentemente da un gruppo di ricercatori giapponesi: un nuovo sistema di screening per la SMA, finanziato da Biogen Japan e illustrato nello studio apparso sulla rivista International Journal of Neonatal Screening.  Come hanno spiegato gli studiosi, il sistema consiste in due fasi: la prima è la pre-amplificazione mirata, mediante reazione a catena della polimerasi (PCR), della sequenza contenente i geni SMN1 ed SMN2 nel DNA estratto dai dried blood spot (DBS), cartoncini assorbenti sui quali vengono essiccate le gocce di sangue prelevate dai pazienti. Il passaggio successivo è l’utilizzo della tecnica real-time mCOP-PCR (modified competitive oligonucleotide priming-PCR), che rileva la delezione nel gene SMN1. Il team giapponese ha convalidato l’accuratezza del nuovo sistema in 50 pazienti con SMA geneticamente confermata e in 50 persone nel gruppo di controllo, e l’esito è stato eccellente: sia la sensibilità che la specificità sono risultate del 100%.

Il gruppo ha poi condotto anche uno studio prospettico di screening per la SMA utilizzando i dried blood spot di 4.157 neonati giapponesi: tutti i test sono risultati negativi e non si sono verificati errori di screening. “Il nostro sistema rileva rapidamente e accuratamente la delezione dell’esone 7 nel gene SMN1, anche in campioni di DNA di scarsa quantità e qualità”, hanno sottolineato i ricercatori. “Questo studio pilota ha dimostrato con chiarezza che si tratta di un metodo utile per lo screening della SMA, che facilita la diagnosi precoce dei neonati asintomatici e consente di iniziare il trattamento prima che si verifichino danni irreversibili ai motoneuroni. Il test, appena sviluppato, si è dimostrato quindi affidabile ed è pronto per essere applicato nello screening neonatale della SMA”.

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