La nuova metodica annunciata è affidabile, il costo potrebbe rappresentare un incentivo per i sistemi sanitari nazionali
Amsterdam (Paesi Bassi) – L’azienda biotecnologica olandese MRC Holland ha lanciato un test di screening neonatale, chiamato SALSA MC002 SMA Newborn Screen, che utilizza un campione di sangue per rilevare una specifica alterazione del gene SMN1 che sta alla base dell’atrofia muscolare spinale (SMA). Questo test, come riporta il sito SMA News Today, può rilevare in modo affidabile, rapido ed economico la presenza o l’assenza dell’esone 7 del gene SMN1, indicando anche il rapporto fra SMN1 e SMN2. Gli esoni sono frammenti di DNA che contengono le informazioni necessarie per generare le proteine.
La SMA è causata da mutazioni nel gene SMN1 che influenzano la produzione della proteina SMN, fondamentale per il funzionamento e la sopravvivenza dei motoneuroni, le cellule che controllano la contrazione muscolare. Sebbene anche SMN2, una copia del gene, possa produrre SMN, solo il 10% della proteina risultante è funzionale. Tuttavia, SMN2 influenza la gravità della SMA ed è l’obiettivo di terapie come il nusinersen (nome commerciale Spinraza, di Biogen) e potenziali trattamenti come il risdiplam (di Roche e PTC Therapeutics). Nella maggior parte delle popolazioni, il 95-98% dei casi di SMA deriva dalla perdita completa dell’esone 7 di SMN1, il che rende la sua valutazione un modo affidabile e sensibile per diagnosticare la malattia.
Dall’approvazione di Spinraza nel 2016, altri approcci terapeutici stanno avanzando nello sviluppo, compresi i trattamenti rivolti ai bambini che non hanno ancora manifestato i sintomi della SMA. Ad esempio, recenti risultati hanno dimostrato che il trattamento presintomatico con Spinraza di 25 bambini ha ritardato significativamente la progressione della malattia e ha permesso loro di raggiungere stadi dello sviluppo motorio altrimenti impossibili, incluso sedersi senza un supporto e camminare senza assistenza.
Novartis, con AveXis, sta conducendo lo studio di Fase III SPR1NT con il suo candidato alla terapia genica AVXS-101 nei neonati presintomatici con SMA di tipo 1, 2 o 3, mentre Roche e PTC Therapeutics stanno pianificando di iniziare presto il reclutamento di bambini con SMA di tipo 1 presintomatici, per valutare la sicurezza e l’efficacia di risdiplam in un nuovo trial chiamato RAINBOWFISH. Una maggiore attenzione allo screening neonatale della SMA si evidenzia anche dalla recente aggiunta del disturbo al Pannello di Screening Uniforme Raccomandato negli Stati Uniti.
SALSA MC002 SMA Newborn Screen, con il suo basso costo – circa 4 euro a campione – è il primo test di screening neonatale per la SMA, per uso diagnostico in vitro, con marchio CE. Funziona con attrezzature standard, non richiede la purificazione dei campioni di DNA e ha un tempo di risposta di circa quattro ore, dal prelievo con il “Dried Blood Spot” ai risultati. Il test determina solo se un campione ha l’esone 7 del gene SMN1 (non il numero assoluto di copie) e non è in grado di identificare i portatori.
Rispetto ai test basati su una tecnica di biologia molecolare chiamata qPCR, il nuovo metodo è più efficace e meno sensibile alla contaminazione da campione a campione, un problema frequente nel sequenziamento del DNA che si verifica quando diversi campioni vengono accidentalmente miscelati. Può essere utilizzato con i comuni dispositivi di sequenziamento del DNA, clonazione e quantificazione chiamati termociclatori e non richiede software aggiuntivi. La biotech MRC Holland si concentra sulla produzione di test affidabili per il numero di copie geniche e il rilevamento di varianti genetiche da utilizzare in contesti di ricerca e diagnostica. In precedenza ha sviluppato i test MLPA (Multiplex Ligation-dependent Probe Amplification) e diversi altri test per rilevare pazienti e portatori di SMA. Secondo l’azienda, l’MLPA è il gold standard per la quantificazione del numero di copie del DNA ed è usato sia nei disturbi ereditari che nei tumori.
Occorre comunque ricordare che lo screening neonatale non è un semplice test, ma un vero e proprio processo che comprende non solo l’esame del sangue, ma anche il follow up del paziente: le strutture che effettuano lo screening devono poter garantire un’eventuale recall dei genitori in caso di anomalie genetiche del bambino, e una sua presa in carico qualora si dimostrasse la presenza di una malattia ereditaria.
Per approfondire vi invitiamo a leggere il nostro approfondimento dedicato al processo di screening neonatale.