Le condizioni esaminate dallo screening neonatale variano ampiamente in tutto il mondo, con un numero che va da 5 a 60. Un efficace programma di screening può salvare tante vite, mentre uno mal progettato può causare più danni che benefici, ad esempio attraverso la sovradiagnosi, le conseguenze fisiche e psicologiche di test risultati falsi positivi, nonché per i costi che gravano sul sistema sanitario. Le revisioni sistematiche sono utili per mettere insieme le prove degli studi esistenti: un’équipe di ricercatori inglesi ha utilizzato questo metodo per capire da cosa dipendano le differenze fra i vari Paesi.
La ricerca, pubblicata sul British Medical Journal, è stata eseguita attraverso i siti web di 26 organizzazioni nazionali di screening, selezionando tutte le raccomandazioni sull’opportunità di sottoporre i bambini al test, per qualunque condizione. Stando ai risultati l’utilizzo di una revisione sistematica è stato associato a una ridotta probabilità che lo screening sia raccomandato, e solo il 22% delle raccomandazioni includevano questo metodo. Lo screening è stato favorito nel 58% dei casi, non favorito nel 36% e non raccomandato in alcun modo nel 7%. I documenti, però, spesso non contenevano una serie di informazioni di vitale importanza: il 42% non includeva le prove sull’accuratezza del test, il 30% non sottolineava i benefici della diagnosi e del trattamento precoce, e il 76% non metteva in guardia sui rischi della sovradiagnosi.
Leggi l’articolo completo su O.Ma.R. – Osservatorio Malattie Rare